Attenzione! Questo contenuto è vecchioQuesto articolo risale al 2020, quindi i contenuti e le operazioni qui consigliate potrebbero essere diventate obsolete nel corso del tempo.

Il nuovo Coronavirus è piombato in modo violento nelle nostre vite quotidiane, mettendo a dura prova il nostro sistema sanitario nazionale, obbligandoci a gestire nuove paure e abitudini difficili da accettare, e facendo vittime a migliaia.

Pensiero di molti è che questa pandemia, purtroppo, rimarrà persistente per qualche mese. Probabilmente si rifarà viva una volta spenta, con focolai auspicabilmente contenuti e locali, ma parlando schiettamente, potremmo stare veramente tranquilli solo quando verrà scoperto un vaccino e reso disponibile per l'intera umanità.

Ci accompagnerà una grossa crisi di liquidità, e un grosso stravolgimento delle nostre abitudini lavorative, bisogna esserne consci, e accettare la realtà con il massimo della flessibilità mentale.

Nella difficile e pesante realtà che stiamo vivendo, possiamo però trovare alcuni spunti di riflessione importanti.

Il lavoro agile, lo "smart working" è stato messo in primo piano, ed è diventata l'unica arma per permettere a tutta una moltitudine di figure professionali, sia freelance che impiegate, la cui principale mansione era quella di "stare seduto davanti ad un computer", di poter finalmente lavorare da casa.
Effettivamente, a conti fatti, lo smart working sta impedendo al mondo del lavoro di collassare su se stesso.

Provate a cercare "flexible working absenteeism", o "flexible working motivation" su Google, troverete decine e decine di studi approfonditi, il cui minimo comune multiplo è: si rende di più, e meglio, lavorando di meno in termini di ore seduti alla scrivania.

D'altro canto, però, lo smart working richiede specifiche infrastrutture telematiche e informatiche per poter essere efficiente:

  • Banda larga
  • Accesso remoto ai documenti del Cloud Aziendale
  • Deviazioni di chiamata
  • Software di meeting e cooperazione, condivisione schermo, e simili
  • Informatizzazione del personale, soprattutto legata alla divulgazione di best practice per non essere veicolo di attacchi informatici (spam, phishing, etc)
In più, il Covid-19 sta anche (e ovviamente) mettendo a dura prova le piattaforme e-commerce, che in alcuni settori strategici stanno ricevendo una mole di lavoro mai avuta in precedenza. In questo caso, le criticità sono differenti:

  • Le piattaforme utilizzate per l'ecommerce (Magento, Woocommerce, Custom, etc) sono adatte ai volumi di ordini?
  • Le infrastrutture informatiche a supporto (server, CDN, caching) sono all'altezza del traffico in ingresso?
  • I sistemi logistici per le spedizioni sono in grado di accettare e smaltire gli incrementi nei volumi?

Da freelance PHP, esperto in tecnologie Web e Cloud, posso rispondere solo ad alcune di queste domande, e trovo questa drammatica esperienza del nuovo Coronavirus, oltre che terribile dal punto di vista umano, anche una opportunità: si dovrà giocoforza aumentare il tasso tecnico, alzare l'asticella delle strutture informatiche a supporto del telelavoro e delle piattaforme e-commerce, e le Aziende dovranno affrontare alcuni problemi che vengono sempre messi in secondo piano: affidabilità dei sistemi informatici, sicurezza dei sistemi informativi, GDPR e risvolti nel telelavoro, disaster recovery & response.

Questo è il momento giusto per prendere coscienza di alcuni importantissimi aspetti della tecnologia a supporto del lavoro, che vengono immancabilmente glissati durante periodi "normali", perchè determinate questioni sono troppo complicate, oppure perchè "ci sono già gli IT che se ne occupano", oppure perchè semplicemente già oberati di lavoro, e l'informatica è difficile da capire, è quasi magia.

Voglio quindi dare qualche consiglio strategico-informatico.

  • Banda larga: questo periodo è complicato dal punto di vista di congestione del traffico, soprattutto perchè le scuole sono chiuse e molti servizi di gaming e streaming (che di solito non hanno picchi nelle ore diurne) stanno congestionando alcuni nodi. Ad ogni modo, assicuratevi sempre di scegliere il miglior provider di connettività, senza aver paura di cambiare;
  • Accesso remoto ai documenti del Cloud Aziendale: bisogna pensare di installare VPN aziendali, e sistemi di accesso ai file condivisi aziendali, con logging e granularità dei permessi di accesso, nel caso di grosse aziende, o semplicemente accessi a Bastion Host nel caso di piccole realtà che hanno un NAS condiviso in azienda.
    Importante: NON APRITE LE PORTE DEL ROUTER al vostro NAS aziendale abilitando l'accesso diretto dall'esterno, perchè è il secondo vettore di attacco dopo l'ingegneria sociale. La rete è piena di bot che scandagliano inesorabili alla ricerca di porte aperte e vulnerabilità note (https://www.shodan.io/);
  • Informatizzazione del personale: è molto importante avere collaboratori che sappiano quello che stanno facendo con il computer, conoscendo i rischi correlati alle loro azioni in internet. Dalla apertura di un banalissimo file "che non sembrava sospetto", all'utilizzo di computer protetti da crittografia del file system, fino alla digital awareness.
  • Piattaforme a supporto delle attività e-commerce: mi riferisco soprattutto ai piccoli/medi ecommerce, perchè i colossi ragionano su altri termini che esulano anche dalle mie esperienze dirette: non lesinate sul portafogli quando volete sfondare nel mondo dell'e-commerce. Le piattaforme open-source sono buone fino ad un certo punto, e sono comunque vulnerabili. Inoltre, assicuratevi di avere un ottimo supporto logistico, che i vostri fornitori abbiano supporti logistici adeguati, e in linea di massima, che siate pronti a ondate di lavoro che potrebbero stravolgere le vostre attività quotidiane;
  • Infrastrutture informatiche a supporto delle attività di telelavoro e/o ecommerce: in primis, utilizzate provider di sistemi Cloud affidabili (Hetzner, Digital Ocean, Azure, Amazon AWS per citarne alcuni), e prendete piena consapevolezza del fatto che in casi di picchi di traffico, bisogna avere dei sistemi scalabili che siano in grado di gestire questo traffico.
    Non lesinate neanche sulla importantissima questione legata al disaster recovery: se qualcosa dovesse andare storto, bisogna avere il piano B.

La pandemia sta cambiando le nostre abitudini. Fate in modo che, alla fine di questo incubo, abbiate creato una diversa consapevolezza su queste strategiche questioni informatiche, e che siate pronti al cambiamento una volta usciti da questa bruttissima situazione.

I medici in primis, e Internet in secundis stanno facendo in modo che il sistema economico e sociale non collassi.

Un grazie sentito a tutti i medici, infermieri, alla Protezione Civile, e a tutti i bravi professionisti che con il loro coraggio stanno mandando avanti le loro attività quotidiane da casa propria, senza far espandere ancora di più questa pandemia.

Ne usciremo ancora più forti.