Attenzione! Questo contenuto è vecchioQuesto articolo risale al 2021, quindi i contenuti e le operazioni qui consigliate potrebbero essere diventate obsolete nel corso del tempo.

Nell'articolo precedente ho parlato del nuovo tool MetaDB, che al suo interno, oltre ad altre interessanti statistiche, dispone di una analisi statistica aggregata riguardante i server di hosting più utilizzati dai siti web online.

Nella fattispecie, vorrei analizzare il market share che Aruba è riuscita ad acquisire nel corso degli anni sul mercato dei siti web Italiani.

MetaDB dispone di un filtro per TLD (estensione del dominio) e lingua utilizzata dal sito, quindi è possibile effettuare delle comparazioni molto precise.

Iniziamo con l'analisi del market share complessivo, ovvero, di tutti i siti web analizzati da MetaDB.

Tutte le statistiche e dati sotto riportati fanno riferimento alla pagina "Quali sono gli hosting più utilizzati" reperibile su MetaDB, e aggiornata al 4 Gennaio 2021.

Non vengono riportati i link ai vari provider, per informazioni basta una ricerca su Google digitando il rispettivo nome provider, se non conosciuto. I provider con una percentuale inferiore al 1% di market share non sono riportati: fare riferimento alla pagina su MetaDB per reperire più informazioni.

  1. 7,46 % - Cloudflare (566.084 siti)
  2. 6,89 % - Google (522.750 siti)
  3. 5,99 % - Aruba (454.373 siti)
  4. 5,69 % - Ovh (432.239 siti)
  5. 4,18 % - Amazon (317.192 siti)
  6. 4,12 % - 1&1 Internet (312.368)
  7. 2,59 % - Hetzner (196.559 siti)
  8. 2,47 % - Strato (187.400 siti)
  9. 2,36 % - Google Cloud (178.889 siti)
  10. 1,68 % - Dataweb (127.120 siti)
  11. 1,6 % - Godaddy (121.616 siti)
  12. 1,52 % - Team Internet (115.056 siti)
  13. 1,27 % - Wix (96.658 siti)
  14. 1,16 % - Transip (88.044 siti)
  15. 1 % - Neue Medien Muennich (76.277 siti)
  16. 1 % - Squarespace (75.964 siti)

Suddivisione dei provider di hosting maggiormente utilizzati - Tutti i siti web sottoposti a scansione

Il dato diventa particolarmente interessante filtrando per TLD .IT (domini con estensione .it).
Il market share di Aruba è davvero notevole, comparato agli altri provider.

  1. 34,09 % - Aruba (365.509 siti)
  2. 7,49 % - Team Internet (80.359 siti)
  3. 6,49 % - Ovh (69.639 siti)
  4. 4,04 % - Dadanet (43.289 siti)
  5. 3,77 % - Amazon (40.379 siti)
  6. 3,22 % - Register (34.512 siti)
  7. 2,86 % - Google Cloud (30.641 siti)
  8. 2,66 % - Hetzner (28.525 siti)
  9. 2,56 % - Cloudflare (27.447 siti)
  10. 2,37 % - Seeweb (25.423 siti)
  11. 2,03 % - Netsons (21.736 siti)
  12. 1,05 % - Sedo (11.245 siti)

Suddivisione dei provider di hosting maggiormente utilizzati - Filtrato per TLD .IT

La suddivisione del market share è similare, se il filtro impostato è sulla lingua Italiana.

Un altro dato interessante è la differenza tra i siti hostati su Aruba, senza filtri per TLD / Lingua, pari a 454.373 unità, rispetto ai siti .IT hostati su Aruba, pari a 365.509 unità. Il delta è pari a 88.864 unità di siti web "non .IT" hostati su Aruba.

Dal delta si deduce che, su un corpus totale di 7.591.234 siti web analizzati (prima immagine), il 1,17% dei siti web non .IT è hostato su Aruba.

Perchè così tanto market share su Aruba? Per quale motivo i possessori di siti web .IT non guardano alla concorrenza, che offre piani vantaggiosi in termini di costo, performance, facilità d'uso e deploy?

Probabilmente sono i veri first mover qui in Italia. Detengono il "first-mover advantage", e ormai hanno anche acquisito il vantaggio mediatico (pubblicità in TV?).
E sappiamo quanto la mentalità italiana faccia la differenza: se funziona, perchè cambiare? E soprattutto, chi mi consiglia e chi sa migrare i miei dati?

Esistono veramente delle alternative migliori, sotto tutti i punti di vista prettamente tecnici, e (personalmente parlando, poi è opinabile) sotto i punti di vista di usabilità delle interfacce di fatturazione e gestione dei server. Semplicemente, il cliente medio non è a conoscenza dell'esistenza della concorrenza e i pro/contro di questo piuttosto che l'altro provider, e i professionisti che seguono questi clienti spesso non sono interessati a far valutare anche altre opzioni.